venerdì 30 dicembre 2016

Cosa porterà il 2017 ai conservatori accreditati?


Difficile a dirsi, sicuramente il bilancio di ciò che è accaduto nel 2016 è piuttosto “articolato”. Fatti salienti del 2016:

a) entra in vigore il Regolamento europeo eIDAS; [1]
b) viene modificato il CAD in materia di riorganizzazione delle PA; [2]
c) si pronuncia il Garante della Concorrenza sul PARER; [3]
d) il numero dei conservatori accreditati supera quota 70; [4]
e) gare pubbliche inerenti la conservazione aggiudicate con un ribasso anche dell’80%;
f) slitta l’obbligo di una PA totalmente senza carta previsto per Agosto; [5]
g) si dibatte sul ruolo dei “Conservatori Pubblici” nel sistema paese; [6]
h) viene emanato il nuovo codice degli appalti pubblici [7]

Un primo risultato è la percezione di un servizio “da vendersi al chilo”, l’appiattimento dell’offerta sul servizio di conservazione, la trasformazione del medesimo in una commodity ove l’unica cosa che conta è il prezzo. Purtroppo tutto ciò a discapito della qualità, e certo non aiutano quei professionisti sul mercato, che non sanno cosa sia un titolario di classificazione, a ribaltare questo concetto; anzi, taluni sostengono che la figura di un archivista non sia neppure necessaria in un’azienda che fa conservazione ! ( in sostanza come dire che per fare un muro non serva un muratore … ) - ( punti d,e )

Questa percezione, ha portato gli enti a una sorta di “auto-protezionismo” e alla proliferazione di quei “Conservatori Pubblici” come unici interlocutori, in grado di gestire con cognizione di causa, le relative esigenze. A ciò si aggiunge il capzioso sistema di approvvigionamento della PA, che tra convenzioni, mercati elettronici che non offrono la possibilità di distinguersi e concorrenti che non necessitano di transitare da essi, non stimola certo i continui investimenti che il voler essere competenti obbliga a dover fare - ( punti c,g,h ).

Il legislatore nel 2016 talvolta ha spinto e talvolta ha frenato, facendoci ricadere nel tranello del “tanto prorogheranno”, “tanto non lo farà nessuno”, “tanto non abbiamo gli strumenti per farlo”, attitudine che pian piano stavamo sradicando, almeno nel mondo della legislazione digitale, ma che nell’anno in chiusura, in vari fronti è riemersa - ( punti a,b,f  ).

A questo punto, il 2017 ci porrà inevitabilmente a un bivio e porterà a suddividere i conservatori privati in due categorie

La prima categoria, è quella a cui appartengono coloro che si sono accreditati  “giusto perché il marketing ritiene sia importante”, “giusto perché si è accreditato anche il nostro competitor”, ”giusto perché tanto, a parte le fatture elettroniche, non conserva niente nessuno”, “giusto per fare cross-selling sul parco”, che classificandosi alla stregua di venditori di spazio su disco, sulle medesime leve di tipologia di servizio e pricing faranno la loro battaglia.

La seconda vedrà i conservatori evolversi in “veri gestori del documento digitale”, in coloro che pensano “il documento digitale dal momento della produzione alla sua conservazione e fruizione”, che sanno che “il consolidamento probatorio di un documento è solo la conseguenza della sua corretta gestione e non il suo scopo” e che sono “guida e driver nel portare cultura digitale nel sistema paese”. 

E’ evidente che se si vuole che questa seconda specie sopravviva e prosperi con queste caratteristiche, l’ambiente in cui opera deve esserle favorevole: lasciando che nel processo di acquisto possa essere premiata e valorizzata l’interezza del servizio offerto, facendo in modo che le Istituzioni e le Regioni siano i primi alleati verso la cultura del digitale e non il peggior competitor da affrontare, incoraggiando una scelta consapevole che privilegi la competenza e la qualità, ricordando che i documenti digitali sono prima di tutto un bene da tutelare.

Credere che tutti i conservatori offrano lo stesso servizio, è come pensare che ogni vino sia uguale, io a Capodanno brinderò con un “Valdobbiadene Superiore di Cartizze”, auguro a Voi che possiate, come me, brindare al 2017 con un ottimo vino e gestire i Vostri documenti con un valido conservatore 
“Per un sereno 2017 e per tutti gli anni a venire, come da massimario di scarto!”


[1] Regolamento UE n° 910/2014 sull’identità digitale – eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature) -  http://www.agid.gov.it/agenda-digitale/infrastrutture-architetture/il-regolamento-ue-ndeg-9102014-eidas
[2] DECRETO LEGISLATIVO 26 agosto 2016, n. 179 - Modifiche ed integrazioni al Codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, ai sensi dell'articolo 1 della legge 7 agosto2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche. (16G00192) (GU Serie Generale n.214 del 13-9-2016) note: Entrata in vigore del provvedimento: 14/09/2016 - http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/09/13/16G00192/sg
[3] Bollettino n. 45/2016 del 19/12/2016  - AS1325 -ACCORDI SOTTOSCRITTI DALL’ISTITUTO PER I BENI ARTISTICI CULTURALI E NATURALI PER I SERVIZI DI CONSERVAZIONE DEI DOCUMENTI INFORMATICI CON ENTI E AMMINISTRAZIONI LOCALI - http://www.agcm.it/bollettino-settimanale/8481-bollettino-45-2016.html
[5] Consiglio dei ministri n.125/5566 – 10 Agosto 2016
[6] Convegno ANAI - I depositi d'archivio e i documenti digitali: il ruolo dei conservatori pubblici   http://new.archivisti2016.it/17-marzo/item/119-anai-i-depositi-d-archivio-e-i-documenti-digitali-il-ruolo-dei-conservatori-pubblici
[7] DECRETO LEGISLATIVO 18 aprile 2016, n. 50  - Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure  d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonche' per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture. (16G00062) (GU Serie  Generale n.91 del 19-4-2016 - Suppl. Ordinario n. 10) - Entrata in vigore del provvedimento: 19/04/2016 – http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2016-04-19&atto.codiceRedazionale=16G00062

lunedì 5 settembre 2016

REPERTI DIGITALI TRA LE MACERIE



Nuova Milano 26/08/2057,  O.F.

Con la massima fede e nel pieno possesso delle mie facoltà mentali mi accingo a 

D O C U M E N T A R E

Che di questo delicato compito il sottoscritto fu incaricato dalle autorità competenti di cotesto istituto di studio e ricerca;
Che per il presente progetto, mi furono affidati i collaboratori Paolo Gavia tirocinante esperto di Tecnologie Antiche e Andrea de Vincenzi acclamato studioso di Linguaggi Artificiali;
Che le nostre ricerche iniziarono laddove il centro della nostra cultura e tecnologia è stato in passato, invero nei resti di quello che fu il primo Politecnico di questa città;
Che i miei assistenti riuscirono a recuperare alcuni supporti ottici ancora in buone condizioni tra i resti di quelli che dovevano essere gli uffici amministrativi di una delle facoltà;
Che proprio il Gavia fu in grado di ripristinare uno dei dispositivi atti alla lettura dei supporti ottici ritrovati;
Che la messa in attività del dispositivo e la lettura delle informazioni, impiegarono molto del tempo messoci a disposizione per questo progetto;
Che al termine delle fasi preliminari di studio delle informazioni che riuscimmo a decifrare giungemmo alla conclusione che i supporti contenessero le immagini del sito del primo Politecnico, che rappresentava lo stesso nell’era dell’interconnessione globale;
Che la datazione di tali immagini è stata fatta con precisione rendendo le stesse una fonte di una ricchezza immisurabile per la comprensione della società e del sapere del periodo in cui le stesse furono prodotte e memorizzate;
Che le immagini più recenti dello stesso, hanno trovato da parte nostra grosse difficoltà nella ricostruzione della rappresentazione delle informazioni, tante erano le sintassi e le regole degli elementi in uso;
Che, a conferma di quanto ipotizzato nello studio del dott.Manzi, il sito di quel periodo pareva essere disegnato per conformarsi a svariati ed eterogenei dispositivi di rappresentazione, con superfici di visualizzazione anche di piccole dimensioni, così da suffragare l’ipotesi che esistessero dispositivi mobili e portatili in grado di interconnetere la popolazione; ( ipotesi peraltro sostenuta anche da Giacobelli et altri );
Che sovente si sono ritrovati riferimenti ad una istituzione super-partes che si ipotizza avesse il compito di normare le varie sintassi rappresentative, sovente indicata con la sigla “W3C”; si asserisce che un eventuale ritrovamento dei documenti di tale istituzione, possa fungere da ‘Stele di Rosetta’ per la riproduzione fedele della maggior parte dei reperti inerenti a siti web e documenti ad esso correlati, in modo univoco e senza le contraddittorie proposte dai vari lessicologi, in particolare riferite al linguaggio artificiale dinamico “Javascript”, da sempre di ostica interpretazione;
Che in alcune sezione si viene a confermare l’esistenza di un repository della conoscenza  umana, ove ogni persona contribuì a lasciare traccia del sapere, nominata “Wikipedia”;
Che spostandoci verso immagini del sito più datate, osservammo : versioni che erano nate per specifiche dimensioni dello schermo, altre per essere fruite interamente anche come testo, come se fosse possibile navigarle interamente utilizzando un semplice terminale ( pare nello specifico venisse consigliato uno strumento di nome “Lynx”, ma l’interpretazione è oggetto di discussione );
Che la versione più antica che trovammo era datata 1997 ( la più recente 2017 ), e si limitava a mostrare il nome del Politecnico e l’immagine di quello che presumibilmente era il logo dell’ateneo all’epoca;
                       
C O N S I D E R A R  E

Che con il nostro percorso a ritroso ottenemmo diverse informazioni circa le abitudini e la società, ed in particolare relativamente al modo vertiginoso in cui i dati crebbero nel tempo in maniera esponenziale fino a rendere impossibile per noi, discernere il falso dal vero, l’utile dall’inutile, il rilevante dal superfluo;
Che tutto ciò rende arduo, ma meraviglioso, il nostro compito di ‘Archeologi del Digitale’, perché cerchiamo di ricostruire dai testi digitali ciò che è stato di chi ci ha preceduto;
Che ricostruire il senso a posteriori ed i legami tra le reperti digitali che ritroviamo è estremamente complicato e sovente ci porta ad erronee interpretazioni;
Che il nostro compito sarebbe estremamente più semplice, se la creazione dei documenti digitali, fosse sempre stata accompagnata da una corretta classificazione ed archiviazione al tempo della loro produzione, quando le informazioni erano a disposizione tutte;
Che ciò non fermerà la nostra opera, nella speranza che la società possa tornare interconnessa come’era un tempo, conserveremo con cura tutto ciò che stiamo ritrovando al fine di poter ricostruire il patrimonio di conoscenza che possedevamo.

Mi sia consentito al termine di cotesto lavoro

C O N C L U D E R E

Che mai più la nostra civiltà, dovrà sottovalutare la conservazione del suo sapere, del suo essere e del suo vivere indipendentemente dalla forma in cui ciò sia rappresentato;
Che mai si dovrà dimenticare che i primi obiettivi colpiti allo scoppio della terza guerra non
furono militari, bensì vennero colpiti tutti i centri di raccolta ed elaborazione delle informazioni, i datacenter e vennero disattivati e resi silenti tutti i sistemi di comunicazione ed interconnessione;
            Che zittendo e cancellando ciò che si è considerato il nemico, nella storia, troppe volte, l’uomo ha distrutto sapere e conoscenza, senza distinzione di parti, religioni od etnie : dalla distruzione della città di Cartagine, all'autodafé di Maní, agli scempi dei templi perpetrati dai combattenti Daesh, la nostra specie si è autoinflitta ferite mostruose;

            Che ci si prodighi sempre affinché la nostra esistenza e le nostre tracce vengano conservate.

Tanto dovevo,
Dr. O.Formenti 


Nota : Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
Credit:  REPERTI DIGITALI TRA LE MACERIE di Formenti Nicolò - Settembre 2016 (CC-BY-NC)

domenica 7 agosto 2016

Creare un biglietto da visita “Social Enabled” in 3 passi


1) Entrando in modifica del nostro profilo Linkedin , possiamo vedere quale sia il link diretto verso di esso :


Selezionando l’icona accanto all' indirizzo pubblico si ha la possibilità di modificarlo per 
renderlo eventualmente più facilmente accomunabile a noi.





2) A questo punto utilizzando un url shortner con facilità è possibile generarne un QR code es. http://goo.gl   
 ( incollare l'indirizzo predisposto per ottenere il QR Code di riferimento )

 



3) Inseriamo gli elementi ottenuti nel nostro nuovo biglietto da visita ‘social enabled’ e l'opera è conclusa ! Well Done !



Attenzione : nell’utilizzare icone di LinkedIn ricordarsi di riportare che trattasi di marchio registrato 
ed affidarsi alle immagini ed ai colori indicati nelle pagine ufficiale del social https://brand.linkedin.com/downloads


martedì 16 febbraio 2016

Conservazione dei siti web delle P.A.

Formenti Nicolò– rev.1.0 –  https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/

La conservazione dei siti Web è una attività che ebbe inizio congiuntamente con la diffusione del World Wide Web al vasto pubblico (avvento dell’HTML); di fatto già dalla metà degli anni novanta nacquero iniziative volte a preservare questo nuovo patrimonio digitale, in particolare nel 1996 venne fondata da Brewster Kahle la “Internet Archive”, una biblioteca digitale non profit con lo scopo dichiarato di consentire un "accesso universale alla conoscenza”. In quegli anni viene coniato il termine “Web Archiving”, come il processo di collezionare parti significative del web per assicurare che le informazioni siano preservate in un archivio a lungo termine per futuri ricercatori, storici, sociologi ed in generale per il pubblico di domani.  Dall’evoluzione dell’esperienza dell’ Internet Archive e con il contributo di diverse biblioteche nazionali ed università, nacque nel 2003 l’ International Internet Preservation Consortium (IIPC).


L’IIPC è de facto il riferimento principale, per quanto riguarda la conservazione delle informazioni sul web, in particolare gli obbiettivi del consorzio sono :
  • Consentire la raccolta, la conservazione e l'accesso a lungo termine di un ricco corpo di contenuti Internet da tutto il mondo.
  • Favorire lo sviluppo e l'uso di strumenti comuni , le tecniche e gli standard per la creazione di archivi internazionali.
  • Essere un forte sostenitore internazionale per le iniziative e la legislazione che incoraggiano la raccolta , la conservazione e l'accesso ai contenuti Internet .
  • Incoraggiare e sostenere le biblioteche , archivi, musei e istituzioni culturali in tutto il mondo per affrontare i contenuti di raccolta e la conservazione di Internet .

Le fasi del Web Archiving

Selection : La scelta delle risorse web che vanno conservate e la frequenza con cui viene operata tale conservazione.
Harvest : La raccolta vera e propria delle informazioni sul web selezionate al punto precedente.
Preservation : La conservazione a lungo termine delle risorse raccolte
Access : La garanzia di poter accedere alla risorsa conservata a lungo termine in futuro

Sono le priorità fondamentali di oggi per poter assicurare il mantenimento delle informazioni di oggi nel futuro. L’archiviazione del Web, sposta negli step più a valle,  il compito di esaminare le risorse, organizzarle, determinarne chiavi di ricerca, indici fulltext ed estrazione di metadati e correlazioni automatiche. Questa attività, che è il fulcro del successo della consultazione dei documenti nei tradizionali processi ‘controllati’ di archivistica, viene effettuata e pianificata già nelle primissime fasi di gestione della risorsa, ovvero, prima che la risorsa web venga decontestualizzata dal suo ambito. Questa sarà una considerazione fondamentale, per portare alla costruzione di risorse web con gli stessi criteri che adottiamo quando formiamo documenti digitali atti alla conservazione a lungo termine; proprio perché tali vogliamo che siano, almeno per quanto riguarda il sottoinsieme di documenti informatici da Pubbliche Amministrazioni.

Al fine di formare documenti informatici web in forma propedeutica alla conservazione, sarà rivolto lo sforzo del legislatore e dei gruppi di lavoro delle entità, che attorno ad esso orbitano.

Il documento informatico sul web

Di fatto la formazione di documenti informatici sul web riferendosi al DPCM 13/11/2014 , avviene in due modalità : la prima (art.3 comma 1 lett.a) tramite l'utilizzo di appositi strumenti software, ove al termine della formazione i medesimi vengono pubblicati sul web; la seconda (art.3 comma 1 lett.d) tramite la generazione o raggruppamento, anche in  via  automatica,  di  un insieme di dati o registrazioni, provenienti da una o piu' basi dati, anche  appartenenti  a  piu'  soggetti  interoperanti,  secondo   una struttura logica predeterminata e memorizzata in forma statica. Il web come oggi è conosciuto rispecchia principalmente la seconda, con alcune specificità che ricadono nella prima.

“Assioma 1 : Un sito web è principalmente un insieme di documenti informatici formati  secondo l’art.3 comma 1 lett.d del DPCM 13/11/2014 e come tale va trattato”

L’assioma è inteso come punto di partenza della trattazione che si andrà sviluppando e non come verità assoluta; nella forma più generale possibile un sito web rientra nella categoria di “Documento interattivo dinamico” secondo le definizioni correnti in materia. L’assioma ha validità laddove si intenda lo scopo della conservazione come la “capacità di ri-creare, o ri-eseguire l’entità in questione” e che implica che “l’autore/produttore sia un partecipante attivo nella conservazione”.
• L’autenticità della risorsa è assicurata dal coinvolgimento dell’autore/produttore nella creazione di un surrogato che riflette le sue intenzioni
• La natura di documento è garantita dal fatto che l’autore/produttore produce il surrogato nel corso ordinario delle sue attività e per gli scopi della sua attività”
L’utilizzo di standard è la base di partenza per raggiungere lo scopo di ri-creare l’entità conservata, così come la minimizzazione delle fonti dinamiche esterne al sito, mentre più facili da trattare sono i dinamismi derivanti dall’uso di basi dati del produttore o i link a risorse esterne persistenti.

Il formato del documento informatico del Web – WARC – ISO 28500

Per le argomentazioni di cui sopra, una rappresentazione di documento informatico idonea alla trattazione di cui all’assioma 1 è il WARC . Il formato WARC ( Web Archive ) specifica un metodo per combinare più risorse digitali in un file di archivio aggregato con le relative informazioni . Le risorse sono datate, identificate da URI e precedute da semplici intestazioni di testo. Per convenzione i file di questo formato hanno estensione " .warc " e tipo MIME “application/warc”.
Il formato di file WARC è una revisione/generalizzazione del formato ARC utilizzato da Internet Archive per archiviare blocchi di informazioni raccolte dai crawler web, durante la fase di ‘harvesting’.
Tale formato, essendo un contenitore anche di altre risorse non è garante della leggibilità nel tempo delle singole risorse in esso contenute; valgono pertanto le stesse implicazioni che si affrontano quando viene trattato un documento informatico in formato RFC 2822/MIME (Mail).

WARC in Action

Esistono diversi strumenti di web-crawling e di rappresentazione delle informazioni archiviate,  purtroppo la veloce evoluzione delle nuove tecnologie rende molto complessa la sfida di riuscire a ricreare con esattezza l’entità conservata.
Nell’esempio viene riportato il sito http://opencantieri.mit.gov.it/ alla data del 29/12/2015 realizzato secondo le specifiche di design (in stadio alfa) proposte su http://design.italia.it ; nelle due immagini si osserva ciò che è rappresentato all’utente, nel caso di accesso ‘reale’ al sito e cosa vede l’utente da una rappresentazione del medesimo dal WARC estratto (tratto da http://web.archive.org  Wayback Machine )

Versione originale
Versione riproposta via web.archive.org

Si nota che non tutti gli elementi sono stati riproposti correttamente. Vediamo ora quali sono gli elementi, in dettaglio che compongono la singola risorsa  “home page di open cantieri”: 
Elementi che compongono la home page di http://opencantieri.mit.gov.it/

Trattasi di un html principale, diversi css, alcune immagini png , una svg, diverse librerie javascript (js) ed un pacchetto dati json (italia.regioni.geo.json). Alcuni elementi vengono forniti da server differenti da quello principale ( maxcdn.bootstrapcdn.com , cdnjs.cloudflare.com …  ).
Il WARC generato deve contenere TUTTI gli elementi che hanno portato alla composizione della pagina. Estraendolo con il servizio https://webrecorder.io/ ed esaminandolo con uno strumento opportuno, osserviamo che in esso tutti gli elementi evidenziati nella figura sono presenti come elementi dell’archivio.

WARC-Target-URI: https://cdnjs.cloudflare.com/ajax/libs/d3/3.5.6/d3.min.js   
WARC-Target-URI: http://opencantieri.mit.gov.it/js/chart.min.js
WARC-Target-URI: http://opencantieri.mit.gov.it/img/repubblica.svg
WARC-Target-URI: http://opencantieri.mit.gov.it/img/opencantieri_logo_trasp.png
WARC-Target-URI: http://opencantieri.mit.gov.it/img/mit_newlogo.png       
WARC-Target-URI: http://opencantieri.mit.gov.it/img/governo.png           
WARC-Target-URI: http://opencantieri.mit.gov.it/data/italia.regioni.geo.json   
WARC-Target-URI: http://opencantieri.mit.gov.it/css/webpa.css           
WARC-Target-URI: http://opencantieri.mit.gov.it/css/toolkit-light.css
...
L’ottenimento di tutti gli elementi necessari alla corretta visualizzazione è l’obiettivo minimale da raggiungere;  così facendo, con l’ausilio di un visualizzatore del WARC che ri-crei l’entità nel modo più verosimile possibile, viene di fatto realizzata la conservazione della risorsa.


Versione visualizzata dal WARC con Web Archive Player 1.2.0 (pywb 0.10.9.1)


Nell’immagine si vede come la risultanza ottenuta con il viewer Web Archive Player sia decisamente congruente con la versione d’origine, animazioni ed effetti javascript compresi, giacchè tutti gli elementi che compongono la risorsa vengono forniti al browser web in maniera equivalente alla situazione originale. In particolare nella pagina in oggetto, sono stati trasferiti anche i dati necessari (in formato json) per il disegno della mappa e la gestione dell’interattività della stessa; infatti se sulla pagina ricostruita viene selezionata un elemento nella mappa, vengono riportati per esso i dati relativi.

Esempio di interazione con pagina visualizzata dal WARC

Questa è una situazione ideale, ove la risorsa web non necessita di ulteriori interazioni/elementi con la parte server-side per garantire il proprio funzionamento, se non quelle che vengono richieste inizialmente al caricamento della pagina. Purtroppo non è sempre così, in quanto vi sono risorse web ove il colloquio con il server è frequente e non prevedibile, perché frutto delle interazioni che l’utente ha con la risorsa web.  

In generale, si fa una distinzione tra ‘Surface Web’ (o Web di Superficie) e ‘Deep Web’ (o Web Sommerso) , in sintesi si afferma che il ‘Surface Web’ è ciò che si riesce ad indicizzare, mentre il ‘Deep Web’ è composto da tutto ciò che non è possibile indicizzare.
Ad esempio :
  • risorse dinamiche: pagine web dinamiche, il cui contenuto viene generato sul momento dal server, che possono essere richiamati solo compilando un form o a risposta di una particolare richiesta (che citavamo prima);
  • risorse non linkate da altre: pagine Web che non sono collegate a nessun'altra pagina Web.
  • risorse ad accesso ristretto: siti che richiedono una registrazione o comunque limitano l'accesso alle loro pagine impedendo che i motori di ricerca possano accedervi;
  • risorse appositamente anonimizzate … per esempio vedasi The Onion Router

Le risorse del ‘Web Sommerso’, nonostante i passi avanti compiuti dai crawler , ad oggi non risultano essere idonee alla conservazione, così da poterle ri-creare e ri-eseguire fedelmente.

“Assioma 2 : Una risorsa web conservabile a lungo termine, identificata univocamente da un URI (RFC 3986) e da un timestamp (RFC 3339 - ISO 8601), deve poter essere rappresentata in tutte le sue componenti, in modo da poter essere ri-creata e ri-eseguita in maniera equivalente all’originale ”

“Assioma 3 : Una risorsa web di cui all’assioma 2 è un documento informatico che assume la caratteristica di immodificabilità secondo l’art.3 comma 2 del DPCM 13/11/2014”

Conclusione : “Se una risorsa web rappresenta atti, fatti o dati giuridicamente rilevanti, la stessa deve essere conservata, pertanto deve avere le caratteristiche di cui all’assioma 2”



[1] Brewster Kahle è un ingegnere informatico americano, attivista di Internet , sostenitore di un accesso universale a tutta la conoscenza e bibliotecario digitale.Egli è il fondatore di Internet Archive , Internet Archive Federal Credit Union, Alexa e Thinking Machines e membro della Internet Hall of Fame.
[2] DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 13 novembre 2014 - Regole tecniche in materia di formazione, trasmissione, copia, duplicazione, riproduzione e validazione temporale dei documenti informatici nonche' di formazione e conservazione dei documenti informatici delle pubbliche amministrazioni ai sensi degli articoli 20, 22, 23-bis, 23-ter, 40, comma 1, 41, e 71, comma 1, del Codice dell'amministrazione digitale di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005. (15A00107) (GU Serie Generale n.8 del 12-1-2015)
[4] Dall’ allegato 2 – DPCM 13/11/2014 – Sez.5.8 Formati Messaggi di posta elettronica
Ai fini della conservazione, per preservare l’autenticità dei messaggi di posta elettronica, lo
standard a cui fare riferimento è RFC 2822/MIME. Per quanto concerne il formato degli allegati al messaggio, valgono le indicazioni di cui ai precedenti paragrafi. (Ovvero le caratteristiche di Apertura, Sicurezza, Portabilità, Funzionalità, Supporto allo Sviluppo e Diffusione)
[5] La Wayback Machine è un archivio digitale del World Wide Web e altre informazioni su Internet creato da Internet  Archive . E 'stato istituito da Brewster Kahle e Bruce Gilliat , ed è mantenuto con contenuti provenienti da Alexa . Il servizio consente agli utenti di visualizzare le versioni archiviate di pagine web attraverso il tempo , che l'archivio chiama un " indice di tre dimensioni . "
[7] CSS - (Cascading Style Sheets, in italiano fogli di stile) - www.w3.org/TR/CSS
[8] PNG (Portable Network Graphics) – RFC 2083
[9] SVG (Scalable Vector Graphics) - http://www.w3.org/Graphics/SVG
[10] JS – Javascript - Standard ECMA-262 
[11] JSON, acronimo di JavaScript Object Notation, è un formato adatto all'interscambio di dati fra applicazioni client-server - RFC 4627
[12] Il software vero e proprio dedicato alla fase di ‘Harvest’ delle risorse web e che nella nostra trattazione porta partendo da un URI (RFC 3986) specifico alla creazione del rispetto WARC che fotografa la risorsa al momento dell’harvest della stessa. Es. Heritrix
[13] Memorizzato in un sistema di gestione informatica dei documenti o di conservazione la cui tenuta puo' anche essere delegata a terzi (art.3 comma 3del DPCM 13/11/2014)
 

lunedì 23 novembre 2015

Welcome designer.italia.it


Un benvenuto a http://designer.italia.it nella sua prima ‘alfa’ version. E’ stato pubblicato il primo esempio, di come in futuro dovranno essere costruiti i servizi on line per la cittadinanza, da inserirsi nel framework Italia Login del nuovo sistema operativo della PA Italiana

La proposta di Agid, si presenta accompagnandosi con dei MUST molto chiari  ovvero: accessibilità e compatibilità mobile, implementati con il framework Bootstrap e con lo style in forma Sass (Syntactically Awesome Style Sheets).

Lo .zip di esempio, che troviamo sul sito, ci da qualche indicazione anche sulla modalità di sviluppo a “Single Page Application”, orientandoci verso :
* [node e npm] (http://nodejs.org/)
* [Bower] (http://bower.io)
* [Gulp] (http://gulpjs.com/)

L'indicazione del full-stack per sviluppare quindi ci è stata data ... e quindi ora tutti sotto a ‘pigiar tasti’ per realizzare i servizi web del futuro !!!